La mente è come un muscolo, più la alleni e più diventa forte

Tutti noi proviamo emozioni...ma quando parliamo di performance sportiva il discorso si amplifica molto..

Quanto è realmente importante la gestione emotiva per un atleta agonista?

Allenare la mente di un atleta serve davvero?

Keywords: intelligenza emotiva, prestazione sportiva, coping, regolazione delle emozioni, consapevolezza, performance, ruminazione, sport.

In  psicologia dello sport, l’intelligenza emotiva (EI) è considerata un fattore che influenza le prestazioni sportive.
E’ stata condotta una meta-analisi molto interessante dove viene esaminata la relazione tra intelligenza emotiva (EI) e prestazioni sportive negli sport competitivi (link qui sotto per leggerla con calma)
 
Facciamo un passo indietro però…Che cos’è l’EMOZIONE?
L’etimologia stessa della parola è da ricondursi al latino emovère (ex = fuori + movere = muovere) letteralmente portare fuori, smuovere, in senso più lato, scuotere, agitare.
L’emozione, secondo il Dizionario Treccani , altro non è che un processo interiore suscitato da un evento-stimolo rilevante per gli interessi dell’individuo.
 
Kleinginna e Kleinginna (1981) hanno tentato di definire il concetto di emozione nel modo più completo possibile: l ‘emozione può essere intesa come un insieme complesso di interazioni tra fattori soggettivi e oggettivi, mediato da sistemi neuro-ormonali, che possono dare origine a esperienze affettive come sentimenti di eccitazione, piacere / dispiacere; generare processi cognitivi come effetti percettivi emotivamente rilevanti, valutazioni, processi di etichettatura; attivare adattamenti fisiologici diffusi alle condizioni di eccitazione; e portare a comportamenti che sono spesso, ma non sempre, espressivi, orientati agli obiettivi e adattivi.
 
Le emozioni influenzano quindi:  percezione, cognizione,  motivazione, comportamento, espressione motoria, sentimenti e decisioni di un soggetto.
Secondo questi studi meta-analitici sull’intelligenza emotiva, c’è un legame tra emozioni e performance stesse.
 
Beedie et al. hanno riscontrato effetti da piccoli a moderati associati al livello di prestazioni. Craft et al hanno valutato l’ansia e le relazioni di prestazione nello sport competitivo e i loro risultati hanno dimostrato che la prestazione dell’atleta ha successo quando la sua ansia pre-gara è all’interno o vicino alla zona ottimale individualmente.
Con ciò, la capacità degli atleti di identificare e comprendere le emozioni e di regolarle al fine di ottenere prestazioni ottimali è stata portata al centro della psicologia dello sport.
 
Parlando di sport competitivi, non c’è dubbio che lo sport competitivo sia un ambiente carico di emozioni.
In primo luogo, gli atleti devono continuamente affrontare vari tipi di fattori di stress e sfide emotive all’interno e all’esterno delle competizioni, legate alle loro prestazioni atletiche . In secondo luogo, la prestazione atletica è il risultato di relazioni e interazioni e queste sono significativamente influenzate dalle emozioni
 
If your emotional abilities aren’t in hand, if you don’t have self-awareness, if you are not able to manage your distressing emotions, if you can’t have empathy and have effective relationships, then no matter how smart you are, you are not going to get very far.“
-Daniel Goleman-
 
Daniel Goleman, il guru dell’intelligenza emotiva, spiega che l’intelligenza emotiva è quell’abilità che permette di entrare in sintonia con le nostre emozioni;
Ci permette di gestire le emozioni , di automotivarci , di frenare determinati impulsi e vincere addirittura le frustrazioni.
 
Goleman afferma che l’intelligenza emotiva (EI) è strutturata in quattro dimensioni:
 
  • La prima è l’auto-coscienza, e fa riferimento alla nostra capacità di comprendere quello che sentiamo e di restare attaccati ai nostri valori, alla nostra essenza.
  • Il secondo aspetto è quello dell’auto-motivazione e della nostra abilità di orientarci verso le nostre mete, di recuperare i contrattempi, di gestire lo stress.
  • La terza ha a che vedere con la coscienza sociale e con l’empatia.
  • La quarta dimensione è la nostra capacità di relazionarci per comunicare, raggiungere accordi e creare connessioni positive e rispettose con gli altri.
Sia nel suo libro Intelligenza Emotiva (1995), che in Intelligenza Sociale (2006) l’autore spiega che parte di questa capacità risiede nella nostra epigenetica.
In altre parole, è possibile attivarla o disattivarla a seconda dell’ambiente emotivo e sociale nel quale si cresce e si viene educati.
 
Conoscere se stesso, autoregolare le emozioni, automotivarsi, godere di adeguate abilità sociali ed empatia sono strumenti che ogni sportivo controlla in misura maggiore o minore.
Chiaro quindi che l’intelligenza emotiva è oggetto di grande interesse per gli sportivi.
Molti strumenti condivisi dall’intelligenza emotiva e lo sport hanno una caratteristica principale: sono applicabili nella vita quotidiana.
 
Nel mondo dello sport,  si fa uso di numerose tecniche di rilassamento, concentrazione e visualizzazione che di solito applichiamo nella nostra vita quotidiana. I club, le federazioni e gli allenatori assumono sempre più spesso professionisti che impartiscono tali tecniche agli atleti al fine di migliorarne il rendimento.
 

C’è ovviamente necessità di ulteriore lavoro scientifico per esplorare la connessione tra EI e prestazioni sportive in modo più dettagliato, ma Laborde et al e Perlini et al  forniscono aper esempio gia alcune prove iniziali che l’EI ha una connessione con le prestazioni sportive.

 
Sono stati usati diversi moderatori per queste ricerche:
  • il tipo di sport: sport da squadra VS sport individuale
Negli sport individuali, le azioni e le decisioni non possono essere compensate dai compagni di squadra. Ciò implica che un singolo atleta ha più responsabilità per un risultato competitivo.
  • il requisito psicologico
Le caratteristiche della personalità individuale giocano un ruolo importante nel determinare il risultato.
  • livello di esperienza nello sport
  • prestazioni sportive
 
 
Una maggiore Intelligenza Emotiva è stata collegata a prestazioni sportive più elevate,
Perché ?
  1. gli atleti devono raggiungere obiettivi a lungo termine, pianificati con largo anticipo e che richiedono molti anni di preparazione. Ciò implica una motivazione continua per un allenamento intenso e duro, nonché una capacità continua di far fronte allo stress e alla pressione .
  2. Le avversità e gli eventi emotivi (errori comuni, battute d’arresto e lesioni subite) devono essere superati.
  3. Gli atleti devono eseguire con precisione al massimo. Devono decidere prontamente e sotto pressione come reagire alle richieste ambientali per raggiungere i loro obiettivi di prestazione .
 
Ciò dimostra che la capacità degli atleti di percepire ed esprimere emozioni, la capacità di assimilare emozioni nel pensiero, comprendere e ragionare con emozione in primo luogo è un prerequisito importante per riconoscere i propri stati di prestazione, per diventare consapevoli della natura delle proprie emozioni, e infine per definire e attuare le giuste decisioni.
 
Quindi la capacità di regolare le emozioni è un fattore rilevante per controllare il loro livello di energia al fine di ottenere prestazioni ottimali .
Sapevate che, agli atleti competitivi vengono insegnate strategie psicologiche per affrontare meglio una serie di sfide impegnative ?
(ansia da competizione, emozioni negative, paura del fallimento e pensiero disfunzionale)
(Birrer et al. 2012).
 
Gli atleti che hanno una capacità simile a quella di essere consapevoli nella vita quotidiana tendono a regolare le loro emozioni negative in modo efficace e non impegnarsi in un’eccessiva ruminazione.
 
Borkovec (2002) ha sostenuto che una mente centrata sul presente e orientata all’esterno elabora in modo ottimale le informazioni, in cui viene prestata meno attenzione alle operazioni interne, con il possibile risultato di pensieri meno ruminanti e / o auto-valutativi. Una mente consapevole che non è occupata da pensieri egocentrici può essere meglio attrezzata per regolare le emozioni angoscianti rispetto a una mente senza mente. Al contrario, una mente priva di mente e concentrata su se stessa può facilmente rimanere bloccata nei cicli di pensiero e nelle emozioni che li accompagnano.
 
Un atleta che ha una mente relativamente tranquilla, non ruminante e che può regolare le emozioni negative, può essere in grado di concentrarsi esclusivamente su comportamenti diretti all’obiettivo, come gli attuali stimoli rilevanti per il compito. In questo modo, l’atleta può essere preparato in modo ottimale a prendere la decisione giusta nel momento presente e ad affrontare in modo adattivo le sfide attuali. Questo può essere particolarmente importante per gli atleti quando devono affrontare momenti cruciali nelle competizioni, ad esempio quando una competizione non va come previsto o quando accade qualcosa di inaspettato durante una competizione. Un processo come quello sopra descritto può senza dubbio creare le condizioni ideali per le massime prestazioni atletiche.
 
Ci sono tanti  modi  per iniziare a lavorare sulla tua mente, sulla consapevolezza , sulla ruminanza e sulla  la gestione delle tue emozioni.
 
Come iniziare?
  • lascia da parte le preoccupazioni, le paure, le incertezze
  • concentrati sul presente
  • lavora sull’io
 
Puoi iniziare semplicemente a praticare la  Mindfulness: la Meditazione Consapevole.
La Meditazione Mindfulness è una meditazione che ti insegna ad essere presente nel momento, È una delle forme più antiche di meditazione ed è anche una delle tecniche di meditazione più praticate e ricercate.
 
Vuoi saperne di più?
Fammi tutte le domande che vuoi oppure lascia un commento sotto, magari potrai essere d’ispirazione per un prossimo post.
 
Se sei arrivato fin qui ti di ringrazio …
Si, sono  3 consonanti e 3 vocali ma sono capaci di compiere una rivoluzione: GRAZIE.
 
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